Arte Contemporanea: Mina Cappussi al Ministero dei Beni Culturali con le Discromie Archetipe

Vittorio Sgarbi ha accettato di visionare le opere dell’artista molisana votata verso un Nuovo Rinascimento, le cui opere si trovano in permanenza, presso il Museo MACIA di Arte Contemporanea di SAN JOSÈ DI COSTA RICA, selezionata per il PREMIO EXPO BOLOGNA 2014 con inaugurazione il 23 gennaio 2015 a cura del PROF. PHILIPPE DAVERIO, recensita daGIORGIO MONDADORI nella pubblicazione curata daGiammarco Puntelli sugli Artisti Contemporanei del Nuovo Rinascimento, Movimento del Metateismo fondato da Davide Foschi. La mostra si inaugura giovedì 11 dicembre nella splendida Sala monumentale della Crociera e sarà l’ultima occasione per poterla ammirare prima della prevista chiusura per restauro. I giudizi dei critici parlano di “preziosità alla Klimt”, “contorni dal vago sapore espressionista”, di “io preponderante, sovente epifanico in una metamorfosi continua”, di “arte visionaria” e“sentiero che segnerà una nuova storia”.

(ITM – UNMONDODITALIANI) MINISTERO DEI BENI CULTURALI (MIBACT): Mina Cappussi espone i suoi dipinti di “Arte visionaria” al Ministero dei Beni Culturali dall’11 al 30 dicembre 2014. A fare da cornice alle visioni oniriche che stanno solleticando l’interesse dei critici e del mondo dell’Arte Contemporanea, una sala di incredibile bellezza, quella della Crociera, nella sede storica del Ministero dei Beni Culturali (a pochi passi dal Parlamentoitaliano) che conserva lescaffalature originarie, seicentesche, risalenti al periodo in cui fu sede della Biblioteca Major, fondata da S. Ignazio di Loyola su modello dell’Università di Parigi. E’ qui che trovano posto, tra volumi antichi, affreschi, legni torniti e volute dorate, i dipinti di un’artista che si è affacciata da pochissimo al mondo dell’arte, ma che ha già collezionato riconoscimenti di tutto rispetto. Tra questi la selezione riservata a 12 artisti con esposizione in permanenza, presso il Museo MACIA di Arte Contemporanea di SAN JOSÈ DI COSTA RICA, la selezione perPREMIO EXPO BOLOGNA 2014 con inaugurazione il 23 gennaio 2015 a cura del PROF. PHILIPPE DAVERIO, Call for Artists Dave Bown Project – USA, Premio Expo Bologna V Edizione, Mostra presso l’Ateneo delle Arti e delle Scienze in Bergamo Alta,Auditorium Isernia, Palazzo Ducale di Torrevecchia Teatina.

Ospitata dal dicastero simbolo dei Beni Culturali del Bel Paese, Mina Cappussi fa parte dei 20 artisti recensiti dalla MONDADORI nella pubblicazione curata daGiammarco Puntelli sugli ARTISTI CONTEMPORANEI DEL NUOVO RINASCIMENTO, Movimento del Metateismo fondato da Daniele Foschi.

Presenze di spessore al taglio del nastro fissato per le ore 17.30 di giovedì 11 dicembre in via delCollegio Romano (da via del Corso, tra piazza Colonna e piazza Venezia), con l’invito che arriva direttamente da Maria Concetta Petrollo Pagliarini, Direttrice della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte ospitata nei saloni della Crociera. La grafica, colorata e “leggera” nella sua essenzialità d’impatto, è di Eliana Cappussi (elica.c@gmail.com)

Al momento introduttivo che precederà la visione delle opere, prenderanno parte: Genny Di Bert, storico e critico d’arte, Docente di Storia dell’Arte, Fenomenologia delle ArtiContemporanee e Sociologia dell’Arte Contemporanea presso il RUFA Rome University of Fine con alcuni studenti del Rufa: Capone Claudia, Urbani Guendalina, Behiery Ilaria, Roberta Bartolomucci, Assia Vignanelli Zichella, Lorenzo Mancini, Domenica Barahona, D’Urbano Elisa, Daniela Botero, Giulia Sacca’ e Chantal Rivera; Dante Fasciolo, Galleria Ucai LA PIGNA – Roma, Giornalista (direttore di Papale-Papale), Autore, Regista, Curatore, Produttore Esecutivo, 35 anni di esperienza RAIUNO con programmi vario genere, in particolare Linea Verde e Linea Blu, già Vice Presidente Nazionale dell’ UCAI – Unione Cattolica degli Artisti Italiani (riconosciuta dalla CEI), per conto della quale ha diretto la rivista “Arte e Fede “; Monsignor Giancarlo Perego, Direttore Generale Fondazione Migrantes, (l’organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per l’evangelizzazione e la cura pastorale dei migranti,

italiani e stranieri) Consultore del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, docente di teologia dogmatica presso la LUMSA (Libera Università Maria Ss. Assunta) di Roma (parlerà di Arte, Bellezza e Spiritualità come risposta alla crisi di valori), Stefania Schipani, ricercatrice Istat e autore per la Treccani (interverrrà su Tutela dell’Ambiente e dei Beni Culturali), Maurizio Varriano, presidente Borghi d’Eccellenza, Quirino Martellini, sociologo dell’informazione e organizzatore di eventi (interverrà su Simbologia e Archetipi, regalando anche alcune chicche pratiche su come organizzare eventi artistici valorizzando i beni culturali) Anna Silvia Angelini, presidente AIDE Associazione Donne Europee, Cinzia Scotto di Minico, business strategy, Adelaide Mochi, direttore di Forum Interculture.

Silvia Lentini, “pittrice fiorante”artista di fama internazionale, diplomata IED, non solo sarà presente, ma sarà chiamata a dare un giudizio critico delle opere esposte dall’artista molisana. Silvia dipinge l’amore per la natura, la natura che regala emozioni e le emozioni che regalano la vita. Proprio per questo ha accettato di essere vicino a Mina: stessa visione per un mondo pieno di angoscia che maschera ed offusca la bellezza dell’essere.

Ospite il poeta-attore Alessandro D’Agostini, fondatore delMovimento Poeti d’Azione, che reciterà, in anteprima assoluta, testi poetici dal suo ultimo libroUltimatum, Youcanprint Editore.

Hostess dell’evento saranno due graziose fanciulle: Sabina Iadarola e Ludovica Smargiassi.

Ma a fare da contorno e ad onorare l’artista Mina Cappussi, per la prima volta espositrice a Roma, un contattato Vittorio Sgarbi che ben volentieri ha accettato di visionare i quadri dell’artista, lasciando la porta aperta alla possibilità di intervenire al taglio del nastro, con la sua verve d’eccezione, la magia e la maestria di affabulatore che ha fatto della cultura e della passione per l’arte la nota briosa della sua personalità. Non saranno presenti, per contestuali impegni istituzionali, ma hanno fatto pervenire il proprio contributo critico: Prof. Marcello CARLINO,critico letterario e d’arte, docente di Letteratura italiana contemporanea dell’Università Sapienza di Roma, Presidente del Conservatorio Musicale “Licinio Refice” di Frosinone, prof. Massimo PASQUALONE, critico d’arte e critico letterario, giornalista e autore, docente di Sociologia e Bioetica presso l’università G. D’Annunzio di Chieti, Storia e Critica d’arte presso l’Università della Libera età di Francavilla.

Discromie archetipe, dicevamo. Il termine, rubato alla Medicina, per denunciare la preponderanza del colore che disegna le “fusioni” in reminiscenze archetipe. La parolaarchetipo deriva dal greco anticoὰρχέτυπος col significato di immagine: arché(“originale”),tipos (“modello“); è utilizzata per la prima volta da Filone di Alessandria e, successivamente, da Dionigi di Alicarnasso e Luciano di Samosata. Il termine viene usato, attualmente, per indicare, in ambito filosofico, la forma preesistente e primitiva di un pensiero, nella tradizione platonica, per esempio, è l’essenza sostanziale delle cose sensibili; in psicoanalisi secondo C. G. Jung (1875-1961), è l’immagine primordiale contenuta nell’inconscio collettivo, la quale riunisce le esperienze della specie umana e della vita animale che la precedette, costituendo gli elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni (TRECCANI).Le sirene sono anche un archetipo delle divinità femminili, l’Iliade può essere considerata l’archetipo dei poemi epici o eroici.

 

La mostra, che si inaugura l’11 dicembre alle ore 17.30, resterà aperta fino al 31 dicembre e costituisce l’ultima occasione per ammirare la bellissima sala della Crociera, che poi chiuderà per interventi di restauro. La mostra è visitabile gratuitamente,previa esibizione di un valido documento di riconoscimento per il rilascio del PASS del Ministero.

Orari mostra:

lunedì 15 dicembre ore 14:00-19:00,

mercoledì 17 dicembre ore 9:30 – 17:00,

giovedì 18 dicembre ore 9:30 – 13:30,

lunedì 22 ore 9:30 – 13:30e

lunedì 29 dicembre

 

HANNO DETTO DELL’ARTISTA:

TORTILI PREZIOSITA’ ALLA KLIMT

“Un mondo – quello di Mina Cappussi – colorato di segni, che ora riportano agli incanti fiabeschi e ai loro orditi antropologici, ora sbalzano profili incisi da antiche civiltà e da suggestiviaffioramenti mitologici, ora ascoltano lontani echi di vibrazioni simboliche tra tortili preziosità alla Klimt e vortici da maelstrom…”

Prof. Marcello CARLINO,

critico letterario e d’arte, docente di Letteratura italiana contemporanea dell’Università Sapienza di Roma, Presidente del Conservatorio Musicale “Licinio Refice” di Frosinone

CANTI DELL’ANIMA, POESIE EMOZIONALI, CONTORNI DAL VAGO SAPORE ESPRESSIONISTA

Le opere di Mina Cappussi manifestano una costante relazione con il mondo ideale, sono sintesi, “canti dell’anima”, poesie emozionaligraficamente raffinate ed oniriche (…) l’autrice, supportata da una curiosità creativa, “vagabonda” nel territorio delle contaminazioni culturali, reinventa con forti cromatismi e definizioni di contorni dal vago sapore espressionista. (…) psicologie dell’esistenza, grammatiche visive di sogni ancorati al reale. Gli spazi sono “ipercarichi” ed in essi si riscontrano suoni orchestrali di composizioni contemporanee. Senza filtri, l’estetica di Mina fuoriesce di getto, sprigionando una profonda energia che si fissa sulla tela e, attraverso giochi pittorici di sovrapposizione ed accostamenti di forme, fa rivivere l’attimo, fermato per sempre, di un racconto.

Genny DI BERT

Rome University of Fine Arts

 

COLORE CHE SI FA SCUDO, SCANDAGLIA, SBARAGLIA, SCONQUASSA

Una profonda sensibilità e una decisa ricerca cromatica sono lacifra stilistica della produzione di Mina Cappussi. Quelle che a primo impatto possono sembrare variegate ermeneutiche, in realtà sono legate dal filo di Arianna dello scandaglio psicologico, dove l’io dell’artista è sempre preponderante, sovente epifanico in una metamorfosi continua, celata dietro elementi fantastici (…) la tela che si fa rifugio, il colore che diviene scudo, il dettato pittorico che scandaglia, sbaraglia, sconquassa, dice il noi ed il qui di questo strano itinerario che è la vita, queste scale, sempre troppo alte per le nostre corte gambe, questa fatica e male di vivere che Mina Cappussi trasforma in una realtà onirica (…) Mina interpreta con i sogni il fluire del fiume della memoria e dell’io, dove nulla riduce a geometria o ad opaca piattaforma di saperi l’artista, dove il passato non è mai l’unica meta e dove solo il sogno crea un varco prezioso nei misteri del vivere.

prof. Massimo PASQUALONE

critico d’arte e critico letterario, giornalista e autore, docente di Sociologia e Bioetica presso l’università G. D’Annunzio di Chieti

SENTIERO CHE SEGNERA’ UNA NUOVA STORIA

Mina Cappussi con la sua mostra: DISCRONIE ARCHETIPE/VERSO UN NUOVO RINASCIMENTO ci invita a muovere i primi passi sul sentiero che segnerà nuova storia.

Dante FASCIOLO

Galleria Ucai La Pigna, Giornalista, Autore, Regista, Curatore, Produttore Esecutivo, 35 anni su RAIUNO (Linea Verde e Linea Blu), già Vice Presidente Nazionale dell’ UCAI, Unione Cattolica degli Artisti Italiani (riconosciuta dalla CEI)

ARTE VISIONARIA IMPREGNATA DI POSITIVITA’ E UN PIZZICO DI FOLLIA

Vieni e ti porto via! Con questa espressione, credo si possano descrivere le sensazioni suscitate dai lavori di Mina Cappussi, che si presenta con questa personalequale manifesto della sua poeticaartistica visionaria. La donna è la figura centrale di un racconto che la vede protagonista, quale salvatrice di un mondo pieno di insidie e paure, nonché portatrice di valori e sentimenti sempre più rari, in un mondo popolato da “realtà parallele” e “mostri sociali e culturali”. Lo sguardo visionario dell’artista porta alla raffigurazione di figure totemiche dal forte potere evocativo.

Come in Atlantide, dove la donna è femminilità capace di “sentire” le vibrazioni del mondo e di appropriarsene. L’arte visionaria di Cappussi (che affonda le radici nel XIX secolo, in pienoRomanticismo) è allegoria della sua visione personale della vita, impregnata di positività e di un pizzico di follia. L’artista visionario inizia a sentirsi inadatto, non compreso, estraneo alla società (…) L’isolamento esistenziale mette fine all’utopia collettiva di tipo illuministico: l’uomo, in un certo senso, si affranca dalla tangibilità del reale, mentre le gamme cromatiche dei colori si ampliano affinché si abbia la possibilità di dipingere anche “ciò che non si vede”. Se Johann Heinrich Füssli, nella sua arte, crea veri e propri incubi, dando vita ad una visione onirica che si trasforma in un’ossessione di immagini, Cappussi, invece, “agisce” diametralmente all’opposto. Füssli ha dato vita ad una spasmodica ricerca di un’arte tormentata e spaventosa, figlia di un’anima in perenne agitazione, mentre Cappussi usa il visionario per descrivere un’idea meno estrema del male di vivere, usando l’arte per parlare dell’universo psicologico femminile, sperimentando un linguaggio che è agli antipodi dell’arte romantica di fine ‘800. (…)Vivo e cangiante risulta essere anche il linguaggio pittorico utilizzato dall’artista: le linee e le forme sono definite, la scelta cromatica è forte e chiara, colori compatti stesi sulla tela in un accostamento luminoso catturano lo sguardo, spingono quest’ultimo a “gustare” ogni elemento ed accompagnano la mente in un viaggio immaginario ed onirico (…) In conclusione, Mina Cappussi si propone come un’artista visionaria, fautrice diun’arte propositiva.

Gioia CATIVA

Storico dell’arte, membro dell’associazione culturale SM’ART di Isernia

IL COLLEGIO ROMANO

Il palazzo del Collegio Romano, sede principale a Roma dellaCompagnia di Gesù, venne costruito, tra il 1581 ed il 1584,grazie all’interessamento di papa Gregorio XIII Boncompagni, il cui stemma compare sia sui grandi portali d’ accesso che al centro dei rosoni che decorano la volta della Crociera e la sala di lettura annessa. Il progetto dell’edificio, per molto tempo attribuito all’Ammannati, fu in realtà realizzato dall’architetto gesuita Giuseppe Valeriani, che certamente si confrontò con altri architetti dell’epoca. Dopo il trasferimento della capitale a Roma, il Collegio Romano fu scelto come sede della Biblioteca Nazionale, ideata e realizzata da Ruggero Bonghi nel breve periodo in cui fu ministro della Pubblica Istruzione, dal 1874 al 1876. Fu allora costruita la Sala di lettura, parallelamente al braccio longitudinale della Crociera, secondo il progetto dell’ing. Francesco Bongiovannini, che rielaborò – si dice – un disegno delVignola.

 

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